
L’innalzamento dei prezzi, conseguente al caro energia, continua a mettere a dura prova famiglie e imprese.
Consumatori e commercianti si trovano oramai nella stessa situazione, alle prese con la continua ricerca di metodi alternativi per sopravvivere o continuare ad avere quelle semplici abitudini come bere un caffè al bar.
Da inizio settembre scorso la tazzina di caffè passa da 0,90/1 euro a 1,10/1,20 e da 1,10 a 1,30 il prezzo del cappuccino.
I romani cambiano le abitudini e gli esercenti cominciano a rendersene conto.
C’è chi tenta di addolcire i rincari con cioccolatini accanto alla tazzina di caffè o di cappuccino o chi prova ad abbassare il costo del cornetto; o chi continua ad affiggere l’ultima bolletta sul vetro dell’esercizio in modo da ricordare al cliente il perché di quegli aumenti.
Andrea Rotondo, presidente Confartigianato Roma conferma:”Gli associati ci dicono che sono diminuite le colazioni al bar e temo che si vada sempre di più verso questa strada. Gli aumenti al bar erano pressoché inevitabili anche perché i prezzi di caffè e cappuccino erano in realtà fermi da tempo. Tuttavia è anche normale che i consumi diminuiscano, del resto la pausa al bar non è un bene necessario, ma voluttuario”.
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