Nella Capitale la tassa sui Rifiuti doppia quella di Milano, il Presidente Rotondo su Il Tempo.

Nella Capitale si spende di più e la raccolta è anche meno efficiente rispetto alla città meneghina.
Il Costo dei rifiuti che grava sulle imprese romane è di circa 11 euro a mq, mentre a Milano 4,6 euro a mq.

“La differenza è dovuta al maggior costo del servizio,– spiega il Presidente Confartigianato Roma, Andrea Rotondo – determinato da fattori strutturali, ma soprattutto alla incomprensibile ripartizione tra i costi delle utenze domestiche (famiglie) e quelli delle attività”.

Secondo l’ analisi di Confartigianato Roma un’ impresa di autoriparazione paga di tassa 5,15 euro a Milano contro i 9,61 a Roma, una impresa del manifatturiero 4,20 contro 9,60, un parrucchiere 5,20 contro 10,80, un bar 17,24 contro 34,12, un esercizio non alimentare 4,70 contro 13,49.

Roma Capitale addebita alle attività il 56% del costo generale del servizio AMA ed alle utenze domestiche il 44%. Il Comune di Milano, con una struttura d’imprese simile a quella di Roma, quasi l’opposto. Alle utenze domestiche il 53,42% del costo del servizio (9 punti in più di Roma) ed il 46,58% alle attività (9,4 punti in meno).

A questo aggiungiamo che la Capitale applica in maniera fortemente restrittiva le norme previste sulla non tassabilità delle aree produttrici di rifiuti speciali (ai soli artigiani del manifatturiero, Milano detassa circa 2 milioni l’anno) e non adegua il Regolamento alla nuova disciplina stabilita dal D.L. 116/2020 che ridefinisce il concetto di Rifiuto Urbano dando la possibilità alle Aziende di provvedere allo smaltimento anche tramite azienda privata autorizzata.
Ovviamente su Roma anche incide una evasione ed elusione che può essere quantificata in circa il 15% per le imprese e percentuali anche maggiori sulle domestiche.

“Nei prossimi giorni incontreremo l’Assessore all’Ambiente per chiedere l’apertura di un Tavolo per la riscrittura del Regolamento adeguandolo alla normativa nazionale ed avviare un processo che favorisca l’emersione dell’evasione e la riduzione dell’elusione, troppo spesso frutto di scelte tariffarie che nel corso degli ultimi decenni hanno scaricato i maggiori costi del servizio solo sul sistema delle imprese. come dimostrano le differenti percentuali di imputazione dei costi tra domestico ed aziende.”