L’Analisi di Confartigianato Roma su Il Tempo: uccise 6.224 attività e persi 15mila posti di lavoro

La crisi, che ha inferto un durissimo colpo al settore, è stata anche l’occasione per far scoprire all’artigianato, che senza Internet, senza mezzi tecnologici adeguati, senza una reale formazione di chi lavora al timone di queste aziende, non si va da nessuna parte e da questo punto di vista il Lazio, che pure ha in questo comparto l’eccellenza, è ancora molto indietro.

L’ultima indagine promossa da Confartigianato parla chiaro: Il saldo negativo tra nuove aperture e chiusure delle imprese che operano con una sede fissa (commercio, artigianato, ristorazione e servizi) è di 6.224 attività e 15 mila posti di lavoro persi tra titolari e addetti.

A ciò si aggiunge una diffusa e generalizzata insoddisfazione per i ristori(quasi l’80% dei beneficiari li ritiene poco efficaci) e la difficoltà di trovare nuovo personale soprattutto nella ristorazione.

30 Milioni di euro

L’aumento dei ricavi ottenuto a giugno da ristorazione artigiana, servizi alla persona e artigianato di produzione, recuperato in media il 40% della produzione persa nei mesi precedenti

Con il passaggio in Zona Bianca nel mese di Giugno settori come la ristorazione artigiana, i servizi alla persona e l’artigianato di produzione hanno avuto un aumento dei ricavi di 30 milioni di euro, recuperando in media il 40% della produzione persa nei mesi precedenti.

Per le imprese artigiane e di servizi si prevede un ritorno ai livelli produttivi pre-crisi entro il 2022, ma solo per la metà delle aziende. Questa quota scende al 45% nel casi di attività con problemi di passaggio generazionale.

Da qui l’auspicio del Presidente Rotondo: “Mentre la pubblica amministrazione arranca tra smart working e un ripensamento delle modalità di interazione con l’utenza, è necessario chiedersi se e quando la piccola impresa, che rappresenta il nerbo dell’imprenditoria locale(e nazionale), sia pronta ad affrontare questo processo di innovazione tecnologica”.

IL Presidente Rotondo

“L’auspicato ritorno alla normalità deve essere basato sull’adozione strutturale e pervasiva di nuove tecnologie”

L’indagine condotta da Confartigianato Roma ha evidenziato diverse criticità in un quadro in cui gli operatori non hanno ancora piena consapevolezza delle potenzialità delle nuove competenze digitali: nel 95% dei casi le attività hanno “vetrine” su Facebook ed Instagram (66%), possiedono un sito internet (97%) ma solo nel 46% dei casi hanno avuto esperienze di vendita online.

Poi c’è il problema della comunicazione via social, sono infatti pochi i casi in cui si delega ad un dipendente (16%), in percentuale ancora minore ci si affida ad un profesionista esterno (8%).

Di cosa avrebbero bisogno gli imprenditori per sviluppare la gestione social delle attività? “Di risorse economiche per migliorare le infrastrutture tecnologiche di cui sono in possesso; per qualificare le risorse umane da coinvolgere in queste attività; di risorse professionali” conclude il Presidente Rotondo.

Le vendite online

“Solo il 46% delle aziende usa tale canale. La comunicazione via social viene gestita in modo casalingo: nel 42% dal titolare”