LO STUDIO
La presenza straniera nel tessuto imprenditoriale di Roma, fra artigiani e commercianti, è salita considerevolmente quasi raddoppiando per numero in 10 anni. Queste hanno sostituito le aziende una volta considerate “autoctone”, in alcuni reparti fondamentali, dalle sartorie all’edilizia, alla ristorazione.
Oggi sul territorio romano infatti nascono circa 15 imprese straniere ogni 100 registrate, di queste, il 70% è costituito da imprese individuali e la maggiornaza di esse è di origine extracomunitaria(80% del totale).
Le principali comunità sono quella del Bangladesh con 12.005 imprenditori(non solo minimarket, ma sartorie e lavanderie) seguita da quella romena con 9.880(soprattutto nel settore delle costruzioni).Le aziende guidate dai cinesi sono 5.026, da egiziani 4.058 e da marocchini 2.587.
Spesso inoltre, il paese di origine determina una selezione dei settori in cui esercitare la propria vitalità imprenditoriale e conseguentemente, produce una sorta di “etnicizzazione” delle imprese che in alcuni settori è particolarmente evidente.
I romeni come già ricordato , sono molto attivi nel settore delle costruzioni(5.239), i bangladesi nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e nei servizi di intermediazione(7.062).Cinesi(2.977) ed egiziani operano preferibilmente nei servizi di alloggio, ristorazione e commercio(1.218).
IL DATO
15 imprese straniere ogni 100 registrate
GLI INTERVENTI
Con il passaggio in Zona Bianca nel mese di Giugno settori come la ristorazione artigiana, i servizi alla persona e l’artigianato di produzione hanno avuto un aumento dei ricavi di 30 milioni di euro, recuperando in media il 40% della produzione persa nei mesi precedenti.
Il presidente Andrea Rotondo spiega come: “Queste attività alcune volte operano solo a beneficio dei propri connazionali, altre sono “sul mercato”, altre voltre volte, ancoram operano in una zona grigia, dalla quale escono quando imparano a confrontarsi con le regole della concorrenza.”
Senza trascurare l’aspetto dell’accesso al credito che, sempre secondo il Presidente Rotondo, influsice negativamente sia durante l’avvio d’impresa, sia nella fase di sviluppo imprenditoriale : “Siano esse mature o in fase di start up, soffrono una difficoltà nell’approviggionamento dei capitali con i quali far partire le attività o sostenerle nel rprocesso di crescita, quando non garantito dai connazionali, che sopperiscono così ad un vuoto di mercato”.
“Siamo di fronte alla necessità, ormai improcrastinabile, di aprire un confronto serio e strutturato con queste nuove famiglie di imprenditori e di supportarli nelle loro esigenze” conclude il Presidente Rotondo:“Per questo adesso Confartigianato Roma interviene in questo processo, offrendo servizi amministrativi, o di credito mirati al target. Abbiamo aperto un “one stop Shop” per imprenditori immigrati, concentrando in un unico luogo tutti i possibili servizi”
IL Presidente Rotondo
“Siamo di fronte alla necessità, ormai improcrastinabile, di aprire un confronto serio e strutturato con queste nuove famiglie di imprenditori e di supportarli nelle loro esigenze”