Il presidente Rotondo interviene su Il Corriere della Sera facendo il punto sull’Artigianato Artistico a Roma

Il covid ha colpito pesantemente la categoria degli imprenditori artigiani dall’artigianato artistico ovvero la lavorazione del cuoio, della ceramica, del vetro, dei metalli preziosi, degli strumenti musicali, fino ala produzione di abbigliamento, tessuti, ricami e bigiotteria.

Il settore, infatti, prima della pandemia produceva una ricchezza che sfiorava i 220 milioni di euro e impiegava circa 10.000 lavoratori. A fine 2020, invece, il volume di attività è sceso a 180 milioni di euro, mentre i lavoratori si sono ridotti di 1.000 unità, passando a circa 9.000 addetti. E la Cassa Integrazione ha riguardato solo il 16% delle attività per oltre 1500 artigiani.

Il Presidente Andrea Rotondo commentando i dati ricorda come queste categorie: “hanno da sempre rappresentato il cuore produttivo del centro storico. Basti pensare ai toponimi di alcune strade che richiamano le principali attività artigianali (Sediari, Baullari, Cappellari, Giubbonari), mentre oggi le imprese che vi sono insediate sono solo il 18% contro il 40% degli anni 2000”.

In particolare il numero delle imprese del cuoio (articoli in pelle e scarpe) e della tappezzeria si sono ridotte da 586 a 490 (-16%); il settore orafo vede una perdita di 38 imprese, da 541 a 503, per la maggior parte in Centro. La tessitura ed i ricami perdono invece in 10 anni il 43% delle imprese passando da 134 a 48, la lavorazione del vetro e della ceramica si dimezza, da 415 a 234. Non va meglio per l’abbigliamento su misura (sarti) che perde 287 unità pari al 23%, da 1203 a 916. Gli strumenti musicali passano da 31 a 29 attività. Unico settore che si mantiene stabile è quello della bigiotteria che vede un incremento di 18 unità, da 436 a 454. E in questa situazione solo alcune zone reggono, come i rioni Ponte con via dell’Orso o Monti con via Baccina.

“Salvaguardare questo patrimonio crediamo sia un dovere delle Istituzioni locali a cui chiediamo di dare immediata attuazione alle politiche di sostegno da molti anni approvate. Abbiamo proposto alla Regione di inserire nel Piano per le politiche attive del lavoro, così come previsto dalla Legge sull’Artigianato, la formazione dei giovani nelle Botteghe Artigianali (Botteghe Scuola) e la riserva di risorse ai maestri artigiani”.

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