
Le principali filiere del made in Italy ad elevata contaminazione del design contano in Italia 187mila imprese, di cui 114mila artigiane, il 61% del totale.
Le attività interessate riguardano il settore: moda, bevande, legno e mobili, gomma e materie plastiche, vetro, ceramica, computer, elettronica e apparecchiature elettriche, macchinari, autoveicoli, altri mezzi trasporto e altre manifatturiere tra cui gioielleria e occhialeria.
Fra le regioni italiane, si qualificano ai primi posti Lombardia, Toscana e Veneto con rispettivamente 36.981, 24.680 e 24.022 attività.
Nel Lazio solo 8.724 imprese, praticamente un quarto dei volumi espressi dalla Lombardia.
Nella nostra Capitale sono 5.901 le imprese, di cui 3.359 artigiane.A Roma i primi tre settori ad elevata intensità di design sono
Il Presidente Andrea Rotondo
“Le differenze nel numero delle imprese e degli addetti evidenziano i ritardi della nostra Capitale nella valorizzazione dell’artigianato artistico e tradizionale e nell’elaborazione di una efficace politica rivolta al sostegno delle aree produttive.”
Il confronto con Roma conferma Milano come la regina del design: le 5.901 imprese romane ad elevata intensità di design si scontrano con le 10.136 milanesi.
Nell’abbigliamento, nei computer e nell’elettronica, sono il doppio, nel tessile e negli autoveicoli il triplo, il quadruplo nella pelle, nella gomma e nelle materie plastiche. Numeri simili, invece, per gioielleria e occhialeria, mobili, ceramica, vetro e legno.
Gli addetti coinvolti a Milano sono 153.559, quasi tre volte quelli della Capitale.
In entrambe le città, la maggiore presenza dell’artigianato e delle micro e piccole imprese si riscontra in settori del made in Italy che hanno connotato la storia e il patrimonio culturale dell’Italia: prodotti in legno, i mobili, la moda (tessile, abbigliamento e pelle) il vetro e la ceramica, la gioielleria e l’occhialeria.
Le differenze nel numero delle imprese e degli addetti, evidenziano i ritardi della nostra Capitale nella valorizzazione dell’artigianato artistico e tradizionale e nell’elaborazione di una efficace politica rivolta al sostegno delle aree produttive. Nel Lazio sono 330, il 40% del totale delle entrate di disegnatori previste.
Nello specifico, se nel 2022 le imprese italiane hanno indicato 22.280 entrate di disegnatori industriali e professioni assimilate, restano difficili da reperire 6 disegnatori su 10. Tra le motivazioni, il ridotto numero o l’inadeguatezza dei candidati, soprattutto per un deficit di competenze digitali.
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